CENA UNA VOLTA - Storia di un Bar (Jacket)
- FLas
- 6 apr 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 21 mag 2020
La ricetta per realizzare una giacca perfetta è una questione di giuste proporzioni, un po’ come funziona per le dosi nell'impasto dei dolci: spalle arrotondate ma non troppo, vita stretta e fianchi ben marcati a valorizzare la silhouette femminile.
E a pensarci bene, tolte le maniche, la forma del capo-spalla richiama proprio quella delle nastrine che la mattina sfilano sui banconi dei bar, fragranti proporzioni fra 50g di farina, 100g di zucchero e 70g di burro.

Forse è proprio a queste che si è ispirato Christian Dior quando ha schizzato su di un fazzoletto del bar dell’Hotel Plaza Athénée di Parigi il primo bozzetto della sua iconica “Giacca Bar” .
Era il freddissimo 12 febbraio 1947, l’ultimo giorno della Haute Couture parigina, quando il tailleur in shantung di seta color crema composto da una gonna a ruota e una giacca stretta sui fianchi indossata a pelle, senza blusa o camicetta sotto, sfilò nei saloni dell’appartamento al n.30 di Avenue Montaigne indossata dalla modella Tania, conquistando il nome di New Look e apprezzamenti da tutta la stampa presente. La giacca Bar non fu però il modello più venduto della collezione: fu richiesta soltanto da 21 clienti contro i 60 pezzi venduti dell modello New York e i 55 del modello Maxim.
Stretta sul busto e in vita al pari di un bustier (che infatti ha all'interno come costruzione nascosta) per avvolgere e sottolineare i fianchi, la scollatura aperta e i fianchi imbottiti, l’iconica giacca dalla silhouette a clessidra ha ereditato il curioso nome dal bar dell’Hotel Plaza, quasi di fronte all'atelier di Dior, dove le donne della Café Society dell’epoca andavano al pomeriggio. Sempre il nome a definirne la destinazione d’uso: perfetta per il pomeriggio, per un'elegante merenda con le amiche sorseggiando pregiati tè e biscotti artigianali.
Da qui in poi tutti gli stilisti che si sono succeduti nella Maison francese gli hanno reso omaggio creandone “ricette signature”.
A riprenderla per primo, dopo la scomparsa di Monsieur Dior nell’ottobre del 1957 soltanto 10 anni dopo il debutto trionfale, fu Marc Bohan che arriva alla direzione creativa dopo Yves Saint Laurent, il quale ne aveva allungato “l’impasto” fino al ginocchio per adattarla alla Linea Trapezio del suo Now Look.
Bohan invece ne capì la capacità di diventare “marchio di fabbrica”: è forse con lui che nasce il mito della giacca Bar di Dior, e così ne presenterà tante versioni, influenzando chi verrà dopo di lui. Gianfranco Ferrè ne crea una versione senza maniche, mantenendo però invariati gli ingredienti fondamentali come la chiusura a 3 bottoni e lo shantung di seta come materia prima, mentre John Galliano la farcisce di pizzi e broccati.
E poi John Galliano, Raf Simons e Kris Van Assche, i quali si sono cimentati come “baristi” attualizzando i dettagli ma attingendo sempre dall’antico ricettario del Couturier, attenti a non stravolgerne l’originale sapore.
Ma è a Maria Grazia Chiuri, prima donna alla guida della maison francese arrivata alla direzione creativa nel 2016, che si deve il rientro della Giacca Bar nel menu delle collezioni Dior. La Creative Director prende la Bar e la reimpasta rendendola più “soffice” per il movimento libero del nuovo corpo femminile. Utilizza seta e raso di seta per darle leggerezza e lo shantug per darle consistenza.
Ed è così che arriva l’ultimo modello, quello che sfila nella collezione della Haute Couture SS 2020: la giacca Bar appare drappeggiata sul busto in una interpretazione di una maestria progettuale e manuale di impareggiabile realizzazione.
Innumerevoli le celebrities, modelle e influencer che hanno indossato la Bar Jacket di Dior: da Marion Cotillard a Charlize Theron, passando per Chiara Ferragni, Jennifer Lawrence e Natalie Portman.
Non più utilizzata solo per l’ora del cocktail, la Giacca Bar è protagonista di prime, red carpet e serate di festa: un capolavoro di buongusto da indossare stando attenti però a non esagerare con il buffet dei dolci per non far lievitare troppo la silhouette!
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