Gli abiti di questa primavera-estate parlano il linguaggio dei fiori
- FLas
- 20 apr 2020
- Tempo di lettura: 4 min
“Floreale? Per la primavera? Avanguardia pura”- recitava sarcastica Meryl Streep aka Miranda Priestley ne Il Diavolo veste Prada (2006). Ma puntuali, ogni primavera, fiori e boccioli spuntano sugli alberi e sulle passerelle.
La botanica da sempre affascina la moda ispirando artisti e designer e le flower print affondano le loro radici in mondi davvero remoti. Quando pensiamo ai fiori sui tessuti infatti in un attimo torniamo con la memoria all'opulenza del trionfo di decori nati dall'estro di Madame Pompidour, agli abiti sontuosi dell’epoca Tudor, ai velluti ricamati di corolle nel Rinascimento italiano. Ma non solo, scorrono rapide anche immagini delle sete iraniane e dei kimono femminili giapponesi.
Il primo tra i grandi stilisti moderni a ispirarsi ai fiori fu Christian Dior, che nel 1947 presentò la sua prima collezione di Haute Couture con abiti caratterizzati da fiori impalpabili di tulle e organza.
Come dimenticare la candida mise floreale dal delicato rigore sfoggiata da Grace Kelly che indossò all’hotel Waldorf-Astoria di New York durante la cerimonia di fidanzamento col principe Ranieri nel 1955?
E sempre alla sua eleganza si deve la nascita dell’iconica stampa Flora di Gucci.

Nel 1966 la principessa Grace di Monaco fece visita col marito, il principe Ranieri, al negozio Gucci di via Montenapoleone. Rodolfo Gucci insistette affinché la Principessa scegliesse un omaggio e alla richiesta di un foulard da abbinare alla Bamboo Bag verde che aveva acquistato, ritenendo che la Maison non ne avesse uno abbastanza bello per quell’icona reale di stile, il nipote del fondatore Guccio Gucci commissionò allo scenografo e illustratore Vittorio Accornero la creazione di un motivo floreale per un originale foulard in seta.
Spinto da un’irrefrenabile ispirazione tratta dalla Primavera di Botticelli, l’artista disegnò in una sola notte un foulard stampato con 9 bouquet di fiori, bacche, farfalle, libellule e insetti.
Divenuto un must tra le donne di classe di tutto il mondo, dal calibro di Liz Taylor e Sophia Loren, il motivo ha continuato ad ispirare gli stilisti che si sono alternati alla direzione creativa della maison fiorentina: dalla Flora Collection del 2005 di Frida Giannini dove i fiori sbocciano sulla New Jackie, la New Bamboo e la Boston bag, alla Cruise Collection 2019 nella quale la storica stampa viene reinventata nelle tonalità fluorescenti del fucsia, giallo e blu e “illumina al neon” borse, top in seta, gonne lunghe, orologi e portafogli per uno stile contemporaneo.
Non solo abiti e accessori, il motivo floreale ha i(n)spirato anche l’omonimo profumo, la linea di gioielli, la campagna pubblicitaria del 2015 interpretata da Charlotte Casiraghi, nipote della Principessa Grace, per il 50esimo anniversario del brand, fino alla linea di ceramiche per la casa realizzate dalla metà degli anni ‘70 dalla rinomata azienda fiorentina Richard-Ginori. Ultimo, il nome dato al “neonato” Gucci Garden inaugurato durante la 93esima edizione di Pitti, non solo luogo di celebrazione di un ricco archivio storico, ma un’esperienza dinamica e interattiva dove ripercorrere la gloriosa storia della doppia G, acquistare prodotti realizzati in esclusiva e gustare la cucina stellata di Massimo Bottura alla Gucci Osteria, situata al primo piano dello storico Palazzo della Mercanzia in Piazza della Signoria a Firenze.
Intrinsecamente belli e disponibili in un milione di colori, le proposte moda per questa primavera-estate contengono più fiori di un vivaio, portando negli armadi un’ondata di aria fresca, buon umore, tanto colore e qualche stravaganza.
I modelli più gettonati della stagione sono quelli che strizzano l’occhio al passato: taglio chemisier, annodato in vita con gonna a ruota o plissé, in stile anni Cinquanta. Oppure dalla silhouette dritta, con scollo squadrato o a cuore e maniche corte a palloncino.
Da prediligere saranno le stampe floreali dai colori decisi, vivaci e vibranti, da indossare in solo o mixarle nello stesso outfit creando layering inediti e inaspettati.
Inediti sono anche gli usi dei fiori edibili in cucina: oltre a creare liquori e salse, coi fiori si possono realizzare ottime frittate, arricchire preziose insalate, primi piatti o risotti. Dai biscotti ai gelati, dalle bruschette alla cioccolata, dai pancakes ai lecca lecca, basta solo tanta fantasia e una manciata di fiori commestibili per trasformare un semplice piatto in un’opera d’arte degna di un dipinto di Monet!
E se in passerella la differenza la fa la “dimensione del bouquet” e la “lunghezza dello stelo” - piccoli o microscopici fiorellini protagonisti di fantasie allover o maxi e coloratissime corolle su mini dress, abiti midi e lunghi - gli unici “ricami” consentiti piatti sono i petali, da utilizzare come paillettes per cospargere salutari insalate e golose torte.
MARGHERITE
· In passerella: giganti e ricoperte di paillettes per Jacquemus, MiuMiu le fa sbocciare tra studiati cut out che rendono l'abito insospettabilmente sexy. Margherite e più precisamente piccole “pratoline” anche per Michael Kors e Rixo.
· A tavola: a sapore, i petali non sono il massimo, ma l’aspetto è fantastico per decorare. I boccioli delle pratoline (margheritine dei prati) invece presentano un sapore simile ai capperi e possono essere messi sott'aceto da usare per secondi piatti o insalate.
IBISCUS
· In passerella: colorate suggestioni esotiche per Beatrice B, Les Reveries, Essential Antwerp e Michael Kors.
· A tavola: i fiori dal gusto dolciastro sono usati per infusi e tisane, ma anche nei biscotti, torte (particolarmente apprezzato nelle crostate di frutta) o dolci a base di pan di spagna.
PRIMULA
· In passerella: le primule di Giambattista Valli fioriscono su abiti romantici, decisamente più eccentriche quelle di Diane Von Funsterberg, austere quelle di Twinset.
· A tavola: i fiori sono un ingrediente azzeccatissimo da abbinare alla frutta o per arricchire torte, in particolare, la torta primavera.
I FIORI DI CAMPO
· In passerella: mix di boccioli, petali e corolle per Les Reveries,Weili Zheng, Celine e Stella McCartney.
· A tavola: Simile al gusto della menta, la viola è perfetta per piatti freschi ed estivi come insalate, contorni di verdure e bibite; il retrogusto erbaceo, quasi di lattuga, la rende gradevole sui dolci al cucchiaio cremosi come la panna cotta. In pasticceria inoltre, i petali vengono spesso canditi.
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