"Chiacchere" di moda per Carnevale: la parola è servita

Se inizio a chiaccherare non mi fermo più, così come quando mi trovo davanti ad un bel vassoio di chiacchere (altrimenti dette cenci, frappe, bugie), meglio se ripiene di crema!

Mangiatrice seriale di riviste di moda (e biscotti direttamente dal sacchetto), mi sono accorta di come il linguaggio della moda abbia molti "ingredienti" comuni con quello usato in cucina.

Ad esempio, nel periodo di Carnevale, per una toscana golosa come me, alle parole di mia nonna "Prendi un cencio ! ", non so mai se mi sta chiedendo di prenderle uno straccio per pulire la cucina o è un invito a prendere uno (anche 2 o 3 ...) dei suoi croccantissimi cenci di carnevale ancora caldi.

E nel dubbio, per non farla restare male, li prendo entrambi, tanto sicuramente quello di stoffa mi servirà per pulire lo zucchero a velo che puntualmente imbianca la mia maglietta..

Il piacevole equivoco nasce dal fatto che la forma di questi ritagli di pasta "a taglio vivo" richiama a quella di brandelli di stoffa che in dialetto toscano vengono chiamati per l’appunto “cenci”.

E se al naturale, il loro colorito ricorda la nuance dell'iconico trench di Burberry, basta aggiungere una goccia di alchermes o di essenza alla menta nel soffice impasto per prendere a morsi un pezzetto dell'indimenticabile abito color rosso Valentino indossato da Julia Roberts in "Pretty Woman" nella cena con l'affascinante e miliardario Edward (alias Richard Gere) o quello indossato da Keira Knightley nel ruolo di Cecilia Tallis in Espiazione, diventato rapidamente simbolo del film.

Metti poi che una vassoio strabordante di cenci è legittimamente fraintendibile con una sedia colma di cenci da rimettere a posto nell'armadio, la scusa è doppia!

#carnevale #chiacchere #cenci