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Cosa hai messo nel carrello? Un SACCO di BORSE!

  • FLas
  • 4 mag 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 5 mag 2020

In queste settimane i carrelli virtuali degli e-shop e quelli dei supermercati sono stati presi d’assalto. Gli acquisti che sono andati per la maggiore? Rispettivamente capi sportivi - in particolare completini da yoga - per affrontare gli #homeworkout, e articoli per la panificazione, primi fra tutti lievito e farina.

Devo ammettere che anch’io mi sono cimentata nell’impasto di farina, acqua e lievito per rimediare alla nostalgia della mia pizza preferita (quando ancora delivery e takeaway non erano permessi) con un risultato tutto sommato commestibile. Nonostante questo però ho avuto la conferma che sono più brava nel riempire e far lievitare i carrelli dei vari e-commerce piuttosto che gli impasti delle pizze.

E così, immersa tra borse della spesa e sacchetti di farina, ho fatto un po’ di ricerca a tema fra le BORSE A SACCHETTO - anche perché gli psicologi concordano che l’acquisto di borse è tra le categorie di shopping con il maggior effetto "scaccia-stress" al pari di addentare un triangolo di pizza: niente problemi con la scelta della taglia o del numero, basta un click e via, verso il carrello!

Oggetto basilare del DIY (Do it yourself), la borsa a sacchetto è diventata un oggetto cult per molti brand. Il primo a proporla fu Louis Vuitton in risposta alla richiesta di un produttore di Champagne di avere una borsa che potesse contenerne fino a 5 bottiglie. Nel 1923 Monsieur Gaston lanciò l’elegante e raffinata Noé Bag, pelle oro chiaro e chiusura a laccio. Successivamente anche altri stilisti ne realizzarono di simili: nel 1935 Elsa Schiapparelli puntò sulla forma cilindrica, Gucci nel 1937 scelse la pelle di cinghiale ed Hermès la rese un accessorio estivo. Il successo vero e proprio arrivò però negli anni ’60 quando le donne, sempre più attive ed impegnate, avevano bisogno di una borsa pratica che consentisse loro di muoversi agilmente. Negli anni ’70, invece, i modelli raffinati lasciarono spazio ad un utilizzo meno esclusivo come suggerito dagli hippie.


Amatissime dalla leggendaria Carrie Bradshaw, le nuove #drawstriningbags che hanno fatto ritorno sulle catwalks delle Fashion Weeks di quest’anno sono sacchettini dalle linee semplici e morbide simili alle #dustbag in cotone che si trovano nelle scatole da scarpe al momento dell’acquisto, più comode di una pochette, capienti quanto basta, pratiche e versatili.

I materiali spaziano dalla rafia (Stella McCartney), alla pelle - vegan e plissettata per Mansur Gavriel, matelassé per Miu Miu e traforata per Coccinelle - ai tessuti tecnici (COS). Il tocco estivo della maglia a rete vivacizza le borse in yabardine di nylon di Prada, mentre La Carrie aggiunge una nota mescolando dettagli animalier, frange e borchie. Tessuto e pelle per Fendi con logo rigorosamente ben visibile a dominare l’intera tela. Stessa #logomania di protagonismo per Louis Vuitton che a distanza di quasi un secolo propone la Néo Noé Bag in pelle rosata anziché oro. Più discreto il nuovo arco di Furla a colorare la tracolla.


A fare la differenza non è solo il materiale ma anche i colori. I modelli must have di stagione puntano sul low profile,con color block classici nelle tonalità del marrone (Loewe), blu navy o nero, passando a quelli in accordo con i trend cromatici della P/E 2020 come le tinte pastello, che vanno dal rosa (Marni) all’azzurro confetto, al lilla.

Rispetto alle dimensioni, nella versione small le borse a sacchetto si tengono in mano dai manici di bamboo, in resina o in metallo, legate al polso o alla cintura; le proposte XXL assomigliano alle travel bag. Modelli pensati per la quotidianità, talmente capienti da far invidia alle più tradizionali tote bag, indossati comodamente a spalla o tenuti con presa sicura grazie a pratici manici da una donna moderna che ha bisogno di spazio per contenere tutto il necessario e oltre.

Tutto cambia per le sacche da sera: micro, eccentricamente colorate, preziose e ricche di decorazioni, sono l'accessorio perfetto da indossare nelle serate speciali, quelle dove bisogna lasciar spazio solo alla voglia di divertirsi.

Le dimensioni ancor più ridotte - solo 8,5cm X 7,5cm quelle di Tubici da appendere al collo - le rendono ideali per contenere l'indispensabile, ovvero smartphone, chiavi di casa, carta di credito e rossetto, lasciandoci libere di muoverci e ballare. Sono i tessuti preziosi e le sofisticate decorazioni a renderle perfette per brillare come stelle nella notte: raso di seta e satin tempestati di piume (Mantero 1902 e The Attico), perle (Radà), ricami e stampe floreali (Etro e Philosophy by Lorenzo Serafini), cascate di perline (Uterque) e cristalli (Les Petits Joueurs e Halite Jewels) e manici gioiello (Rosantica e Jimmy Choo) cedono - in rare occasioni - la scena alla pelle, purchè sia metallizzata come quella di Alberta Ferretti e Motivi.

Certamente più glamour dei sacchetti della spesa, a me questa BORSE piacciono un SACCO!!

E piacevano un sacco anche a Miuccia Prada, la quale era solita chiedere al suo ufficio stile delle bustine da sera in seta con ricami, che visto il grande successo riscontrato sono state messe in produzione e adesso sono uno dei modelli continuativi del brand, attualizzati in ogni collezione.

Ndr. - Piacere un sacco in toscano equivale a dire gradire molto, un po’ come dire “M’ piac assai” per i napoletani o “Me piace ‘na cifra per i romani”, e a proposito di cifre, mi sa che la sachet bag di The Attico la lascio “lievitare” ancora per un po’ nel carrello di Farfetch vista la cifra a doppio zero (come la farina)!

 
 
 

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